L’olio extra vergine di oliva fa bene alla salute. Ma si può dire?
Il regolamento comunitario 1169/2011 vieta di l’utilizzo di indicazioni salutistiche sul cibo che non siano specificatamente autorizzate dalla Commissione europea. E’ quindi proibito affermare che l’olio fa bene al cuore, previene i tumori, così come qualsiasi altra informazione salutistica, anche se reperita in autorevoli riviste scientifiche. E’ il regolamento 432/2012 ad aver indicato quali sono i benefici salutistici dell’olio che i produttori possono vantare su etichette, brochure e siti internet, e a quali condizioni. Il più famoso claim salutistico per l’extra vergine è “i polifenoli dell’olio di oliva contribuiscono alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo”, utilizzabile però solo se l’olio in questione supera i 250 mg/kg di tirosolo, idrossitirosolo e derivati alla data del termine minimo di conservazione. Secondo studi dell’Università di Perugia è ragionevole utilizzare il claim sono se l’extra vergine, all’imbottigliamento ha un contenuto fenolico superiore a 450/500 mg/kg. Vi sono due indicazioni salutistiche che, invece, possono essere utilizzate quasi da tutti gli oli italiani. Il primo da riferimento al contenuto di acido oleicolo, superiore al 70%: “la sostituzione nella dieta dei grassi saturi con grassi insaturi contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue. L’acido oleico è un grasso insaturo”. Il secondo invece è relativo al contenuto di vitamina E, che ugualmente in tutti gli oli italiani è sopra il limite: “La vitamina E contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo”. E’ quindi bene conoscere nel dettaglio le norme prima di utilizzare claim salutistici perché le sanzioni amministrative per le violazioni sono pesanti: da 2.000 fino a 40.000 euro.